Uno sguardo

Ho scoperto il NEMO

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Anch'io al NEMO per la prima volta. Un'amica mi accoglie con un sorriso. Mi mostra il reparto e mi sorprendono i colori vivaci. Penso che sia un posto dove troverò anche un pò di allegria, nonostante le dure realtà di chi si ricovera in questo reparto ultra specializzato.
Un OSS simpatico mi saluta dandomi la mano e ci accompagna in stanza. Non sono scontati certi gesti perché a volte il timore di disturbare un disabile, o peggio ancora l'indifferenza, frenano ogni contatto di conoscenza. Ogni infermiere che incontro è gentile e tutti simpaticamente offrono il loro aiuto. Accanto a me resterà sempre mia moglie, perché lei nemmeno in un ospedale può smettere di accudirmi.
Una giovane pneumologa si presenta e programmiamo il percorso. Si siede accanto a me. Mi parla con calma guardandomi in volto e questo mi da fiducia. Lo so, sono un paziente molto complesso, ma in passato ho conosciuto parecchi medici di ogni livello ed ho sperimentato tecniche ed esami di vario tipo, perciò capisco bene quando uno specialista afferma cose sensate, ed è questo il caso.
Nella nostra camera non c'è quasi mai silenzio. Gli allarmi dei monitor suonano sovente. I rumori degli aspiratori chirurgici e dei flussi d'aria emessi dai respiratori artificiali sono costanti. Gli infermieri giungono repentinamente e compiono manovre complesse che mi ricordano la rianimazione, eppure non fanno mai mancare la loro gentilezza unita ad un pizzico di sana ironia.
Scopro il reparto un po' alla volta percorrendo i corridoi, i salottini e fuggendo a volte nei viali esterni.
I medici hanno tutti i volti fiorenti nonostante le loro grandi esperienze. Alcuni di loro si presentano, altri potrò solo salutarli perché il ritmo lavorativo è alto e non contempla pause.
Iniziano gli esami: saturimetrie notturne, prelievi venosi, arteriosi, TAC e tutto ciò che mi occorre per sapere che sono ancora in equilibrio, un pò come un funambolo fra le vette più alte d'ogni record.
Le graziose fisioterapiste sono indaffarate a seguire i malati nei loro esercizi. Vogliono darmi il miglior supporto possibile con estrema attenzione. Una di loro mi propone nuovi tubi riscaldanti, un'altra mi mostra una nuova carrozzina buona anche per guardare il cielo, e un'altra ancora è capace di muovere i miei arti rattrappiti con l'acuta sensibilità delle sue mani per risparmiarmi il dolore.
Ogni giorno scorre piano, perché qui il tempo spesso si ferma, scrutandolo magari da dietro una finestra, frenato dall'ansia e dalla voglia di routine domestica, perciò continuo a vagare e incontro persone nobili, anime pure che possono condividere storie uniche, quelle descrivibili con un linguaggio comprensibile solo a chi ogni istante affronta malattie implacabili.
Per fortuna arriva il momento di tornare a casa sapendo che sono stabile, ma anche che un giorno mi occorreranno nuove cure e ancor più abilità, perciò sono felice poiché potrò trovarle anche qui, dove un paziente è una persona intorno alla quale ogni esperto si impegna per migliorare le sue condizioni.
Ho nella mente nuove amicizie, ricordi d'affetto e di scienza positiva, ma soprattutto il valore di un luogo speciale ricco di rassicurante umanità.
Il NEMO di Milano è una grandiosa risorsa e chiunque può renderlo ancora più preziosa con un semplice AIUTO!