Uno sguardo

Ancora da Franco

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Stamattina sono in un bel posto. Mi sveglio e non vedo l'ora che mia moglie mi alzi dal letto. Mi faccio avvicinare al terrazzo e sulla mia carrozzina sono abbastanza alto per vedere questo incredibile mare azzurro illuminato dal sole.
Pur se il mio respiro è controllato dal ventilatore polmonare, trovo l'istante in cui sforzarmi per inalare una minuscola quantità d'aria fresca, così sento che posso ancora timidamente sfidare questa inarrestabile malattia: oggi sono qui e dunque ho vinto ancora.
Resto in silenzio cogliendo una pace profonda e penso che lo sguardo sia troppo limitato per scrutare oltre l'orizzonte, dove ci sarà qualcosa di irraggiungibile che mi attrae ed è una bella sensazione, perché come sempre il desiderio mi tiene vivo. Allora ho voglia di andare, di stare fuori, di stancarmi nel vento e di incontrare belle persone.
Oggi infatti mi aspetta un fratello che non vedo da un anno, e dico fratello perché siamo uniti da un destino complesso, il quale ci fa vivere in una sorta di dimensione parallela che solo noi possiamo condividere.
Per i disabili come noi è difficile persino incontrarsi. Infatti non possiamo improvvisare una visita o un'uscita in compagnia, perché dobbiamo trovare prima l'assistenza e i mezzi adatti, ma noi siamo grandi programmatori e per fortuna c'è della brava gente con noi: così è Miky il più folle dei soccorritori che recupera un mezzo speciale e viene a prenderci per portarmi a casa di Franco.
Con mia moglie a tenermi la mano facciamo un po' di bella strada, costeggiando il mare e le verdi alture. Arriviamo nella sua bella casa e si sente la leggera brezza, il silenzio e mi accoglie il calore dei suoi cari. Sento subito di essere a mio agio, poiché il linguaggio dell'affetto qui è chiaro come il sole su queste colline.
Nella sua stanza Franco vive come me, con i tanti apparecchi capaci di mantenerci in vita, oltre che agli strumenti adatti a coltivare la nostra passione informatica. Lo saluto accennando un sorriso e soprattutto lo abbraccio con il pensiero, perché so che lui può sentirlo quanto me.
A dure spese ho imparato che ciò che conta maggiormente non sono i gesti fisici per noi impossibili, ma sono i significati di quel che si vuole trasmettere, perciò anche nell'immobilità assoluta possiamo comunicare ogni sentimento per chi sa cogliere l'essenza: con tutti i canali comunicativi anche celati è possibile dire ogni cosa raggiungendo la profondità di ogni anima.
Ci raccontiamo lentamente delle nostre insolite avventure, del respiro che ci manca e dei sigari che ci saremmo fumati chissà dove.
Lui mi parla costantemente con i suoi occhi ed è sincero, dato che lo sguardo non mente e non c'è filtro all'amicizia. E' bella la sua immagine in cui è circondato da chi lo ama con accanto la sua preziosa sorridente Maria.
Ogni volta passa un anno per tornare qui con il sogno di vederci un giorno a casa mia. Forse ciò non potrà accadere per le nostre battaglie, ma non cambierà la nostra volontà perché i sogni sono il faro che tracciano la meta da raggiungere.
Abbiamo l'abilità di annullare ogni distanza, infatti sapremo sempre tutto dei nostri destini, ma qui tornerò ancora perché ho un amico forte e gentile: qui dove c'è pace, qui dove c'è vita vera da conquistare, e tutto quel che manca da un senso alla nostra esistenza.

Per Franco Negro che voglio bene quanto è forte la sua tenacia, ma anche perché è il più irrequieto dei Pisoli!