Uno sguardo

La forza delle opinioni

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Sono finalmente a posto, disteso nel mio letto dopo il solito sballottamento mattutino per iniziare la giornata. Mi posizionano i monitor e i PC fanno il loro bootstrap più velocemente del mio corpo, tuttavia devo per forza strizzare l'occhio che fissa la telecamera del puntatore oculare finché questo lacrima un po', ma poi si asciuga e veloce invio i caratteri che mi mantengono attivo nell'ambiente e nella rete. Forse anche oggi non riuscirò a terminare i programmi come vorrei, e so bene che molto probabilmente domani potrei scrivere o creare ancora meno perché sarò forse più stanco o debole, però una cosa è certa ed è la mia voglia di osservare il mondo intorno a me e di dare un'opinione o più duramente un giudizio, possibilmente senza filtri e almeno per questo in assoluta libertà, al di là del fatto che le mie mani non funzionano e la mia voce è sempre più flebile.
Le idee sono la scintilla del motore per la realtà. Ogni azione, ogni evento, ogni cambiamento sono il frutto di qualche idea iniziale.
Le persone hanno avuto dalla natura il dono di poter pensare e di saper decidere cosa fare, e questo vale proprio per tutti, indipendentemente dallo stato sociale e dallo stato fisico.
Apparentemente alcuni individui sono impossibilitati, o meglio sono ostacolati, nel poter svolgere all'interno della società in cui vivono dei ruoli convenzionalmente riconosciuti. Non tutti possono partecipare facilmente alla vita sociale, lavorativa, politica o quant'altro richiede i comuni canali comunicativi: ad esempio quando si è colpiti da patologie altamente invalidanti che alterano le funzioni corporee più importanti. Tuttavia anche nelle situazioni più difficili, sovente una funzione resta integra: la volontà di condividere il mondo con gli altri.
Ci sono persone dall'aspetto che suscita sgomento e compassione, ma che sono invece capaci di formulare pensieri utili quanto complessi, e quasi sempre si pensa ad esse come qualcosa di inanimato privo della capacità di dare un contributo alla civiltà.
Molte volte perfino che vive in prima persona la disabilità si scoraggia di fronte all'impossibilità di realizzarsi spontaneamente, di poter offrire al mondo ciò che saprebbe fare e questo contribuisce ad una diminuzione dell'autostima e della diffusione di un'idea malsana sul concetto della disabilità; una realtà vista dai più come soltanto un problema, quando invece può certamente offrire delle risorse se si aiuta a farle emergere.
Occorre riflettere sulle più profonde virtù umane e contemplare le verità remote, fra cui quella per cui ogni entità comunica con il resto del mondo nei modi più svariati offrendoci l'occasione di imparare ad ascoltare linguaggi diversi ma esistenti.
Per far conoscere come la penso, che si tratti di meccanica quantistica oppure di un bel fondoschiena di una modella, non occorre certo rapidità, o forza fisica, né muoversi liberamente, ma è sufficiente pensare dopo aver raccolto le necessarie informazioni.
Occorre rivendicare il diritto di esprimersi e di ottenere ogni strumento adatto per poterlo svolgere, ma non bisogna mai commettere l'errore di restare in silenzio perché le opinioni si diffondono e una volta trasmesse anche soltanto a poche persone non si eliminano più: sono come una sorta di virus benevolo in grado di alleviare anche la sofferenza della mediocrità e per crearlo è sufficiente trasmettere pensieri in qualunque modo.