Uno sguardo

Conta ciò che siamo

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Da sempre sono uno che non può fare molte cose, nemmeno le più comuni, perché in un certo istante del passato il mio DNA non ha previsto un certo gene sano per la produzione di una determinata proteina, così i miei muscoli sono troppo sfibrati e deboli per fare il loro lavoro ed io non posso muovermi, respirare, mangiare e comunicare senza l'aiuto di qualcuno o di qualche apparecchio tecnologico.
Ovviamente il DNA errato è l'evento causa della mia malattia, tuttavia essere malati gravi non significa non poter vivere, bensì è una condizione che diventa handicap quando l'ambiente che ci circonda non ci consente un semplice e normale adattamento.
Il punto è che non conta quante abilità possiede un individuo, ma conta il rapporto fra ogni azione svolta e le condizioni favorevoli, misurando con esso la vera capacità umana.
Se io vivessi in un mondo perfetto in cui non ci fossero ostacoli: gradini, dispositivi inadatti, mancanza d'assistenza, pregiudizi, cattiva politica ecc., sarei perfettamente normodotato. Io ad esempio fatico molto ad entrare in un qualsiasi locale che abbia un solo gradino troppo alto per la mia carrozzina, ma immagina che tu debba oltrepassare un muro di 4m per entrare nel tuo solito cinema, solo così potrai forse immaginare l'handicap.
Il predetto rapporto serve anche a dare valore alla dignità di ogni persona, anche di chi è affetto da gravissime patologie invalidanti che nella nostra società non gli consentono di lavorare, studiare, mantenere una famiglia o semplicemente comunicare con la parola.
Nella società odierna siamo abituati a misurare l'individuo per ciò che compie efficientemente, tralasciando i contesti e le risorse disponibili, perciò quando succede che lo stesso individuo non può più esprimersi con gli stessi risultati il soggetto viene svalutato, ridimensionato, però questa è una visione errata della dimensione umana che porta solo all'esclusione sociale. Dovremmo imparare ad apprezzare le persone per quello che sono e non solo per ciò che fanno. Contano i principi che pensano, le idee che hanno, i sentimenti che provano e l'intelligenza che applicano nel lottare per vivere. Se sei capace di viaggiare nello spazio e un brutto giorno ti ritrovi una grave malattia fisica che ti paralizza completamente, di certo non potrai più fare l'astronauta, ma non è che vali di meno perché tutte le tue forze mentali, spirituali e la tua volontà restano immutate, solo che si trasformerà la tua espressione e il tuo modo di interagire con il caos dell'universo.
E' importante vivere ad ogni costo senza soffermarsi sul passato, ma guardando al futuro ricominciando daccapo ogni avventura nella consapevolezza del proprio limite, ricordando che c'è ancora per ogni giorno un'opportunità e che la nostra realtà dipende sempre dallo sguardo di noi stessi.